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dom 6 giugno 2021 - Progetto D

Viviamo per gli altri

Tutti noi in quanto esseri umani che discendono dai primati siamo animali sociali, abbiamo bisogno nella nostra vita del rapporto con altri individui.

Siamo immersi in una serie di modelli ideali con cui ci confrontiamo ogni giorno, e di conseguenza ci sentiamo sottoposti al parere ed al giudizio degli altri.

Questo ci condiziona nelle scelte come individui, ed a seconda se abbiamo l’approvazione o meno, nell’agire o nell’essere, ci sentiamo più o meno forti e sicuri nel raggiungere determinati traguardi.

La paura di perdere l’approvazione delle persone a cui teniamo, o in generale la visibilità di cui godiamo, ci porta a volte ad alterare noi stessi, ad agire contro il proprio interesse individuale o alle proprie convinzioni, e filtrare la nostra natura, al fine di rendersi conformi ad ipotetico modello standard.

Sembra tanto più facile parlare e mostrarsi alle persone a cui non si tiene.

L’individuo sociale non può perciò considerarsi libero del tutto nel pensare o agire, in quanto dove inizia la libertà dell’uno è probabile che finisca la libertà dell’altro e viceversa.

La conseguenza è il finire per apparire ciò che non si è, e perciò a sentirsi ciò che non si è, non liberi ed incapaci di pensare ed esprimersi, privati dell’autostima.

## L’eremita

L’unica via per il raggiungimento della libertà individuale è quella dell’eremita che da solo si allontana dalla società e non è più condizionato da alcun dogma o ideologia se non la propria.

L’eremita vive di poco perché non ha più necessità di raggiungere traguardi imposti dalla società e di conseguenza di confrontarsi con i suoi metri di giudizio.

Ma questa non è una vittoria per l’individuo, e nemmeno una sconfitta. È la fuga dal giudizio e dalle sue conseguenze, più simile ad un esilio morale che alla ricerca di una meta.

L’eremita nella sua libertà di agire incontrerà sempre e comunque sé stesso con cui confrontarsi. Solo la capacità di abbandonare sé stessi assieme all’abbandono della socialità permette all’individuo di essere veramente libero.

Nel nostro io ci portiamo appresso gli spettri degli ideali e dei canoni con cui la società ci ossessiona, e pur da singoli ne veniamo condizionati, anche quando non vi è nessun altro individuo con cui confrontarsi e di cui subire il giudizio.

Solo guardando in noi stessi possiamo capire quali dei traguardi che vogliamo raggiungere hanno veramente valore e quali invece sono solo il ricordo di un’immagine con cui la società ci ha condizionato.

## Cambiare immagine

Il nome ci identifica come individui, il nome si porta dietro tutto quello che la società gli associa, la nostra immagine e i traguardi che abbiamo raggiunto, sia che essi siano positivi che negativi.

Il nome assieme a come ci presentiamo, sia in quanto aspetto che modo di fare, formano l’immagine che gli altri hanno di noi.

Cambiare nome equivale in parte a cambiare questa immagine. In un attimo diventiamo qualcun altro, un altro individuo che può avere ideali ed obiettivi differenti, che può abbandonare la ricerca di canoni che non lo rappresentano ed abbracciarne altri differenti.


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